I miei metodi

Analisi Reichiana

Il modello post-reichiano e l’analisi del carattere

Il modello post-reichiano SIAR, anche detto Codice Neghentropico-Sistemico, pone le sue fondamenta sull’ unità psicobiologica dell’individuo, di cui psiche e soma non sono altro che sottosistemi formati a loro volta da ulteriori sottosistemi. Esso definisce l’uomo come un nucleo di energia cosmica focalizzato, ovvero il , molto organizzato e specializzato, immerso in un sistema più vasto di campi energetici, ovvero l’ Altro-da-Sé, in relazione-interazione tra loro che scambiano reciprocamente materia, energia e informazione lungo la dimensione temporale ossia la freccia del tempo.

Nel vivente-uomo questa freccia trova il suo punto di partenza, il suo T0, il suo big-bang, non nel momento del parto bensì nel momento della fecondazione-concepimento e detta le tappe di una progressione energetico-organizzativa di stati biofisiologici, emozionali-affettivi e intellettivi sempre più complessi e funzionali che sono definite fasi evolutive delimitate da confini i quali, in analisi reichiana, vengono denominati momenti di separazione-approdo.

La suddivisione per fasi ci permette di comprendere come in ognuna di esse ci siano distretti corporei dominanti e primariamente investiti nella relazione con l’ Altro-da-Sé , anche detti livelli corporei, e che sono dunque depositari delle impressioni ricevute in quella fase e delle relative memorie implicite. Questa interazione/reciprocità viene intesa in senso forte e profondamente concreto. Nel corpo, e nei muscoli in particolare, il carattere si manifesta nella sua tridimensionalità.

Abbiamo dunque 5 fasi evolutive e 7 livelli corporei. Sarà grazie all’ attraversamento di queste fasi, nel divenire dell’ incontro/scontro tra Sé ed Altro-da-Sé, che si formerà, con modalità, intensità e connotazioni differenti, il carattere.

Il frattale guida dell’ Analisi del carattere e la sua applicazione clininico-analitica.

Il concetto-frattale di “analisi del carattere” guida l’approdo ad un setting analitico complesso e non terapeutico in quanto la terapia è monodirezionale mentre l’analisi è relazionale e bidirezionale. L’ analisi del profondo ha come scopo quello di favorire sia insights cognitivi ma soprattutto emozionali. Per permettere ciò bisogna poter subentrare nei sistemi centrali del Sé-sistema attraverso i sub-sistemi periferici che ne fanno da interfaccia nella relazione con l’ Altro-da-Sé.

Il modello SIAR prevede che si possa accedere nelle profondità sopra menzionate attraverso diverse modalità. In tal senso il frattale analisi del carattere, declinato nel triplice senso dell’ analisi del carattere, della vegetoterapia carattero-analitica (inventata da Reich, sviluppata dall’ allievo Ola Rakness e sistematizzata da Federico Navarro) e infine dell’ analisi del carattere della relazione analitica (il contributo della quarta generazione di analisti reichiani sviluppato da Genovino Ferri), diventa lo strumento fondamentale per raggiungere tale scopo.

Fare analisi del carattere significa cercare di risvegliare l’interesse del paziente verso la moltitudine di tratti del suo carattere e della loro singolare ed unica interconnessione per essere in grado, con la sua collaborazione, di esplorarne l’origine e di analizzarne il significato, e di mostrare, per quanto possibile, i legami tra carattere e sintomi. Dopo aver circondato gli schemi ed i moduli caratteriali espressi dal paziente è possibile permettere ai suoi occhi di guardarli da una posizione “meta” o più semplicemente dall’ alto.

Già con l’analisi del carattere, e quindi con l’ analisi del come del paziente nel setting, Reich aveva fatto entrare di prepotenza il corpo e il suo linguaggio all’ interno di esso ma, con la Vegetoterapia Carattero-Analitica, il corpo diventa mezzo e protagonista  indiscusso.

Attraverso questa metodica, intervenendo direttamente sul corpo, si accelera la possibilità d’ incontrare ed esprimere le emozioni imprigionate inconsapevolmente nei vari distretti muscolari per favorirne un eutono funzionale.

La Vegetoterapia lavora proponendo al soggetto di ripercorrere, attraverso progressivi e specifici attivazioni corporee (acting) sui sette livelli e sull’intero organismo, l’esperienza del suo sviluppo psicoaffettivo e della sua maturazione emozionale.

L’ analisi del carattere della relazione si concentra sulla valutazione di concetti fondamentali in contesti analitici: il transfert e il controtransfert. Quest’ ulteriore salto quantico prende le mosse, in un’ottica neghentropica-sistemica, dalla concezione del setting come “sistema vivente” che nasce dall’ accoppiamento strutturale tra analizzando e analista.

Questo nuovo sistema vivente (che Ferri identifica e paragona con le due eliche del DNA che si embricano lungo la freccia del tempo) è un sistema autopoietico con diversi stadi e livelli di organizzazione.

Questo sistema, capace di sviluppare una progressiva neghentropia e una progressiva organizzazione e stratificazione, svilupperà, attraverso le sue diverse fasi di sviluppo, un proprio carattere derivato dall’ incontro tra il tratto caratterologico dell’analista e quello dell’analizzato, tra queste due figure frattaliche.

La corretta posizione è la collocazione empatico-corporea, dinamico-funzionale da parte dell’analista sul tratto della propria personalità su cui può incontrare e contattare l’analizzato e muoverlo dalla sua fissazione in un processo di co-evoluzione

Cosa rappresenta e cos’è, dunque, un’analisi reichiana?

G. Ferri la definisce così: “E’ il punto di biforcazione da Freud  a Reich; il gene neghentropico-sistemico in Reich; l’individuare un tratto della personalità ed esplorarne l’origine;  il collocare il tratto nel  tempo e  nel  corpo; il mostrare le connessioni tra sintomi, tratto caratteriale e storia; il valutare la sostenibilità relazionale ed energetica di tratto; l’articolare  significante  e  significato; il punto  di svolta  che  affianca  all’ analisi dei contenuti anche l’analisi del contenente; un  salto  di  paradigma  e  di  architettura visivo-mentale; una visione olistica, sistemica e sottosistemica; un’analisi dei segni incisi dalle relazioni oggettuali storiche; un’analisi del come espressivo di una persona; l’allargamento dell’analisi alla corporeità segnata; l’allargamento  dell’analisi  all’oggetto relazione nel setting“.

Riferimenti:

https://www.analisi-reichiana.it/modello-s-i-a-r/

https://www.analisi-reichiana.it/il-modello-post-reichiano-della-siar/

https://www.analisi-reichiana.it/psicoterapiaanaliticareichiana/index.php/numero-1-34027/11-rivista/numero-1-2012/18-il-codice-neghentropico

https://www.acronico.it/2016/12/29/la-freccia-del-tempo/

https://www.analisi-reichiana.it/psicoterapiaanaliticareichiana/index.php/home-page/27-rivista/numero-2-2017/244-agire-sulla-memoria-implicita-con-la-vgt

https://www.analisi-reichiana.it/psicoterapiaanaliticareichiana/index.php/pippo/162-la-psicoterapia-corporea-ed-il-modelo-reichiana-prima-parte

https://www.analisi-reichiana.it/lanalisi-reichiana-di-roberto-sassone/

https://www.analisi-reichiana.it/vegetoterapia-carattero-analitica/

http://www.treccani.it/vocabolario/frattale/

http://www.treccani.it/vocabolario/autopoiesi/

http://www.treccani.it/vocabolario/negentropia/

https://it.wikipedia.org/wiki/Setting

https://www.psiconline.it/le-parole-della-psicologia/insight.html

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